Probabilmente per molti di noi, per me sicuramente, il tema dell’informazione online, rappresenta un mondo per molti versi misterioso, un mondo che abbiamo imparato o ci sforziamo di utilizzare, ma che rappresenta comunque qualcosa che non fa parte  delle tante azioni automatiche, quasi inconsce, che costituiscono il nostro DNA comportamentale. A me ad esempio basta osservare come i miei tre figli, la quindicenne più giovane in particolare, utilizzano tutto quanto fa parte della “galassia internet”, per capire come il mio essere fruitore della rete è goffo e incommensurabilmente meno naturale e intuitivo del loro agire. I nostri figli, a ragione definiti “nativi” della rete, sono cittadini contemporaneamente di due mondi: quello reale e quello appunto, virtuale della rete. E mentre io arranco nel web 1.0, loro surfano spediti nel web 2.0 e così facendo contribuiscono a creare il web 3.0.