E aggiungiamo: “Con la mano sulla coscienza, che ascoltino il grido angoscioso che, da tutti i punti della terra, dai bambini innocenti agli anziani, dalle persone alle comunità, sale verso il cielo: Pace! Pace!”. Noi rinnoviamo oggi questa solenne implorazione. Noi supplichiamo tutti i Governanti a non restare sordi a questo grido dell’umanità. Che facciano tutto quello che è in loro potere per salvare la pace.” Il 23 novembre 1962, Monsignor Pietro Pavan, amico e consigliere di Papa Giovanni, scrive a Monsignor Loris Francesco Capovilla, segretario particolare di Angelo Giuseppe Roncalli, sollecitandolo affinché il Papa scriva una lettera enciclica sul tema della pace. Papa Giovanni è d’accordo e, il giovedì santo (11 aprile) del 1963 promuloga la Pacem in Terris, nota anche come “l’Enciclica di Pasqua”.  

Questa enciclica è considerata da molti come una sorta di testamento spirituale di Papa Giovanni. E’ costituita da cinque parti ma costruita su quattro pilastri che simboleggiano i pilastri della casa, la casa della pace: Verità – Giustizia – Amore e Libertà. L’enciclica è caratterizzata da una visione positiva ed ottimistica dell’uomo e del suo sviluppo. Uomo che, nella sua coscienza, trova il bene e l’ottimismo. Uno dei temi più importanti è proprio rappresentato dall’idea positiva ed ottimista del progresso. Non manca l’idea “provvidenziale” della storia che è guidata dalla Provvidenza di Dio creatore. La radice del male che segna il mondo è invece vista nel disordine nel quale l’uomo vive. Il Papa si appella alla ragione dell’uomo quale strumento per risolvere e ricomporre i disordini anziché usare la forza. La Pacem in Terris anticipa in qualche modo la visione della globalizzazione intesa come interdipendenza tra le diverse economie mondiali e propone un indirizzo, uno sorta di bussola, che orienti tutto il mondo verso i principi di solidarietà e di sussidiarietà. Riportandoci ai giorni nostri, Don Gusmini ha evidenziato come la situazione politica mondiale sia cambiata da tanti punti di vista ma, nel contempo, come siano ancora molto attuali tanti motivi di preoccupazione: minacce della Corea del Nord, minacce di terrorismo (dal 11 settembre 2001 alle bombe di ieri a Boston), nuovo complessivo disordine mondiale. Proprio traendo spunto dalle criticità e precarietà che caratterizzano il mondo di oggi, si trae la grande attualità della Pacem in Terris laddove afferma che la pace non deve (e non può) essere garantita dall’equilibrio delle forze che, ciascuna potenza in gioco, tenta di far pendere, almeno leggermente, dalla propria parte. Occorre piuttosto un disarmo integrale come quello proposto dalla Pacem in Terris. La pace si può ottenere solo attraverso la vicendevole fiducia dei popoli. Molto rimane ancora da fare per combattere l’indebolimento degli organismi internazionale (ONU), il superamento delle divisioni tra Nord e Sud del mondo, l’eliminazione della povertà e la garanzia per tutti di aria, acqua e cibo. Don Gusmini ha concluso il suo articolato e coinvolgente intervento ricordandoci che la Pacem in Terris è dedicata a “tutti gli uomini di buona volontà” cioè a tutti coloro che sono amati da Dio e, quindi, a ciascuno di noi. Aiutandoci con l’idea di positività ed ottimismo che ci ha trasmesso il nostro “Papa buono”, ognuno di noi deve guardare al futuro cercando di essere una persona aperta al dialogo ed alla collaborazione.

 


Sua Eccellenza Monsignor Francesco Beschi ha voluto chiudere la serata ricordandoci un episodio poco noto della storia di Papa Giovanni ed in particolare quanto Manzù, avvisato della morte del Papa, lo raggiunse per fargli la maschera funebre. Tornò con un grande asciugamani che conteneva la maschera del Papa e con un piccolo fagotto che conteneva il calco della mano destra di Papa Giovanni perché voleva conservare per sempre il calco della mano che aveva firmato la Pacem in Terris. Questo calco, unitamente alla maschera funebre sono oggi conservati e visitabili presso uno dei punti di ricordo e memoria di Papa Giovanni XXIII a Sotto il Monte. Agli amici presenti alla serata Don Ezio Bolis ha voluto regalare una riproduzione numerata dell’Enciclica “Pacem in Terris” autografata dal Pontefice. Il nostro Presidente Giuseppe Chiesa, ha voluto omaggiare i presenti della copia (appena stampata) della pubblicazione “Acqua emergenza planetaria”, ideata e fortemente voluta dal nostro socio Gianfranco Tironi, che il nostro club, in collaborazione con il CAI ha prodotto. "Più ci saranno gocce d’acqua pulita, più il mondo risplenderà di bellezza" (Madre Teresa di Calcutta) Gianfranco è stato sicuramente una bella goccia di acqua pulitissima.