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Per i partner va valutato il grado di prevenzione sanitario e di autodeterminazione sociale; la formazione di strutture capaci e di attuabili forme di produzione; lo sviluppo decentralizzato e le sue finalità ed il grado di autorealizzazione; possibili piccole dipendenze dal mercato straniero e la possibilità di riduzione dello spopolamento delle campagne e il generale cambiamento di valore al sistema economico locale. Per l'Italia si vuole tendere ad evitare l'inquadramento negativo della figura dei produttori, ma invece potenziare la struttura artigianale mondiale, il rispetto per i processi di autodeterminazione ed in definitiva il cambiamento degli schemi mentali su popoli del Sud del mondo. Principio ambiente Per la messa in opera dei prodotti si devono usare materiali locali. Il tipo di materiale, la messa in opera, il trasporto, la vendita, l'impiego, deve danneggiare il meno possibile ed essere compatibile con i principi di rispetto ambientale. Criteri con i partner: sviluppo ecologico compatibile nella costruzione e nelle forme di produzione; regole ecologiche nell'elaborazione del prodotto, nell'impacchettamento e nel trasporto. Criteri per l'Italia: riutilizzazione dei prodotti e dell'impacchettamento, rifiuti utilizzabili; contributo allo stile di vita sobrio ed a consumi consapevoli; articoli ad uso comune che non sono sottomessi a mode o tendenze consumistiche.
I principi basilari del commercio Equo sono sei:
1. Acquistare i prodotti direttamente dalle cooperative di contadini, agricoltori, artigiani, tessitori, svantaggiati ed emarginati economicamente e socialmente, che si organizzano in una gestione comunitaria dei loro progetti.
2. Garantire un prezzo equo, adeguato concordato con i produttori stessi in base ai costi reali di produzione, al mantenimento o raggiungimento di un livello di vita dignitoso e includendo un margine per progetti sociali autogestiti.
3. Prevenire l'indebitamento garantendo il pagamento anticipato (circa per il 50%) dei prodotti, per consentire l'acquisto delle materie prime da trasformare. In questo modo si evita il ricorso a crediti da intermediari-speculatori locali.
4. Aiutare nel perfezionamento delle tecniche produttive e nello sviluppo qualitativo dei prodotti, il tutto nel rispetto delle tradizioni locali.
5. Garantire che i prodotti derivano da materie prime rinnovabili presenti in loco. Il processo lavorativo, il trasporto e il consumo energetico vengono studiati dal punto di vista del loro impatto ambientale. I prodotti alimentari sono preferibilmente provenienti da coltivazioni biologiche.
6. Stipulare accordi a lungo termine per dare continuità e stabilità nel tempo ai rapporti di cooperazione e di solidarietà reciproca tra chi vende e chi acquista, favorendo la creazione di scambi non solo commerciali ma anche culturali e sociali.
Cari amici, dopo quanto sopra evidenziato riusciamo a dare il nostro piccolo contributo ad una causa così grande e importante per l’umanità? Io credo di sì!!
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- Categoria: Notizie
- Pubblicato: 03 Aprile 2013
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